September 22, 2010
Comunicato stampa

Ripristino d’emergenza nel nuovo universo ibrido, tra fisico, virtuale, cloud

Autore: David Junca, General Manager per l'Europa del Sud, Acronis

Negli ultimi anni le tecnologie di virtualizzazione e cloud computing sono state pubblicizzate come la panacea per i problemi del settore IT; ora, in tempi di incertezza economica, è innegabile che entrambe siano in grado di aiutare le aziende a ottimizzare le infrastrutture server e storage già esistenti. Dal momento che tali tecnologie sono di nuovo in prima linea nel dibattito IT, analizziamo quali sono gli effetti reali che esse hanno nel contesto del backup e del ripristino.

Negli odierni ambienti aziendali, si presentano alle organizzazioni tre differenti piattaforme nelle quali implementare le strategie di disaster recovery: fisico, virtuale e cloud. Ognuna di esse mostra vantaggi e svantaggi tipici. Alcune organizzazioni sceglieranno di restare in ambito puramente fisico, altre accoglieranno la virtualizzazione, mentre quelle più predisposte al rischio opteranno per una combinazione di fisico, virtuale e cloud.

In definitiva la riuscita delle procedure di backup e ripristino si basa sulla disponibilità costante dei sistemi e sull'impatto che i tempi di inattività a questi associati hanno verso l'esterno e in termini di perdita di profitto e di clienti, indipendentemente dall'ambiente in cui dati e sistemi sono contenuti. Va tuttavia sottolineato l'interessante potenziale implicito che mostrano i servizi di clouding e virtualizzazione nel migliorare le problematiche, ormai datate, del ripristino d'emergenza.

Nel caso delle PMI, le basi della riuscita di un servizio stanno nella capacità di garantire agli utenti facilità d'uso, efficacia dal punto di vista dei costi e flessibilità, oltre alla possibilità di attuare rapidamente le misure previste così da ottenere il minimo impatto possibile sulle attività aziendali. Tanto i servizi di clouding quanto la virtualizzazione offrono questi vantaggi.

Ad esempio, i servizi di backup online (fondati su tecnologie di clouding) sono semplici da configurare e utilizzare e si caratterizzano per la rapidità della curva di apprendimento, aspetto critico per i manager IT che hanno poco tempo da perdere. Tutto ciò che serve è un computer, un browser e una connessione a internet funzionale. Una delle prospettive più interessanti per il futuro sarà la capacità di utilizzare il clouding per superare gli ostacoli imposti dal backup basato su file. Al momento, è difficile che le PMI abbiano le risorse sufficienti per disporre di datacenter propri. In futuro invece, grazie al clouding, le aziende potranno implementare una strategia completa di ripristino d'emergenza, a supporto dei piani di backup e ripristino fisici di cui dispongono in sede. Sarà questa combinazione a offrire alle PMI la protezione definitiva, garantendo al contempo l'estrema gestibilità della continuità aziendale e della produttività. Vale a dire che in futuro sarà possibile eseguire in remoto backup e ripristini completi di file, applicazioni e sistemi operativi.

Affrontando invece il tema della virtualizzazione, si osserva nelle aziende l'abbandono di un modello nel quale parte del budget doveva essere investito per acquistare server fisici e hardware, che venivano quindi montati finalizzando così la costruzione dei server. Per l'intero processo erano necessarie almeno tre settimane. Oggi è sufficiente fare clic con il pulsante destro, avviare la clonazione e aggiungere un nuovo server. Basta mezz'ora per essere completamente operativi. Inoltre, la tecnologia di virtualizzazione offre flessibilità e costi ridotti.

Sostanzialmente viviamo in un mondo ibrido. Le strategie di disaster recovery avranno un'evoluzione quando i vantaggi offerti da questi tre pilastri verranno armonizzati, sarà possibile gestire la transizioni intermedie tra i diversi ambienti e si comprenderà quale sia la combinazione migliore per ogni singola organizzazione. Non è detto che le tre piattaforme (fisico, virtuale e cloud) offrano necessariamente la soluzione definitiva ai punti deboli del ripristino d'emergenza aziendale, ed è anche impossibile prevedere quali cambiamenti verranno introdotti nei prossimi 10 anni. Tuttavia, portano indubbiamente le PMI nella giusta direzione offrendo flessibilità, opportunità di risparmio sui costi, possibilità di scelta ed efficienza, e rappresentano la soluzione più completa oggi disponibile sul mercato.




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